MACHERIO, SE GLI PASSANO I 5 MINUTI...

Nella foto, il Segrtario Comunale e, a destra, il Sindaco Porta

Di tutto è successo nello spazio di quei 5 minuti richiesti dal sindaco a seguito dell’espressione di voto che ha comportato la bocciatura del PGT, durante l’ultima seduta di Consiglio comunale. Di fronte all’imbarazzo e allo smarrimento dei Consiglieri di maggioranza e degli assessori, il sindaco annuncia 5 minuti di sospensione. “Poi il Consiglio riprenderà e si procederà ad una seconda votazione”.

I fedeli del sindaco si riversano in corridoio, donne in testa, nell’intento di convincere Alessia Resnati a cambiare idea. Il suo voto di astensione è infatti risultato determinante per la bocciatura del PGT. Alcuni consiglieri di opposizione e alcuni “dissidentisi consultano con il segretario comunale perché fornisca spiegazioni circa l’intenzione del sindaco di far rivotare una delibera su cui il Consiglio si è già espresso, una modalità da loro ritenuta certamente anomala.


Altri consiglieri formano capannelli qua e là all’interno della sala e in corridoio, insieme al numeroso pubblico ancora presente, nonostante la tarda ora, nell’attesa di capire come proseguire. All’interno di questo confuso scenario, il sindaco, improvvisamente, si avvicina al segretario comunale e, senza neppur prendere posto, senza richiamare l’attenzione dei Consiglieri comunali, in fretta e furia, visibilmente nervoso, annuncia che il Consiglio comunale è terminato e che, a giorni, ne riconvocherà un altro.

Dopo lo spazio di un secondo utile al pronunciamento di queste poche secche parole, esce dalla sala e scompare. Se ne va. I suoi fedeli lo accompagnano.


Ai consiglieri rimasti, sconcertati dal suo comportamento, non resta che affidarsi al segretario comunale per conoscere le modalità previste dalla normativa in caso di bocciatura di delibera e per avere ragguagli sulla legittimità di convocazione di un ulteriore Consiglio. Pazzesco. Il sindaco che, come previsto dallo Statuto comunale, riveste anche il ruolo di presidente del Consiglio comunale, abbandona l’aula. Senza nessuna spiegazione. Come se si trattasse di proprietà privata, di casa propria.


Probabilmente era più interessato a rilasciare qualche dichiarazione in diretta ai giornali. Per una volta dichiarazioni sagge (evidentemente l’amarezza fa bene alla logica), che in molti hanno avuto la possibilità di leggere sulle pagine della stampa locale a quattro giorni dall’esito del Consiglio comunale: “È mia intenzione prendere contatti con la Prefettura per concordare le modalità delle mie dimissioni da sindaco di Macherio. I cittadini non meritano incertezze o dubbi o litigi. Meritano gente che pensi al paese e non
ai loschi interessi di chi tradisce un mandato… Chiedo scusa ai macheries
i”.


Ma la saggezza non concorda con la sua personalità. Purtroppo il giorno dopo, a rabbia sbollita aveva già dimenticato tutto. E si è messo al lavoro non a pensare qualcosa di utile per Macherio, ma nel tentativo di ricompattare una situazione ormai allo sbando generale.
Speriamo almeno si ricordi, nei prossimi giorni, che i cittadini non meritano una simile amministrazione, ma persone che pensino al paese. Sono parole sue.


Nell’attesa che sia di nuovo abbagliato da un lampo di genio e che veramente si faccia, finalmente, da parte.

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