MACHERIO, TRAGEDIA DELL'ASSURDO


La storia della distruzione di via Italia vale da sola a farci capire in che mani siamo.
Quella che da secoli è una delle strade portanti di Macherio, fino al 2004 era sfaltata normalmente, senza tratti caratteristici originali. L’idea di qualificarla, come si fa con strade che presentano motivi di richiamo particolari, venne all’amministrazione di allora, appena conclusa la ristrutturazione del palazzo più carico di storia del nostro paese. Sede sia del Comune che delle Scuole per generazioni di Macheriesi, era stato colpevolmente abbandonato a un triste destino.

Finalmente, nel 2004 venne completamente risanato e restituito a funzioni collettive. Vi trovarono, e trovano, ospitalità la posta, la farmacia, gli ambulatori medici e, al piano superiore, il centro per disabili. Tutti convennero che, dopo una riqualificazione tanto importante, si doveva provvedere anche alla sistemazione esterna.


Come si fa in questi casi? L’anonimo asfalto viene sostituito con cubetti di porfido colorato: lo stesso lavoro eseguito qualche tempo prima davanti alla Chiesa. Del resto, in tutte le città, grandi e piccole, appena si può si cercadi abbellire la viabilità interna con manti stradali più decorativi e vicini alle tradizioni storiche.
Tutto bene, dunque, fino ad oggi.
A meno di considerare problema insormontabile l’inevitabile movimento del porfido, sottoposto all’urto dei veicoli in transito. È dappertutto così, e dappertutto si provvede con ordinarie manutenzioni. Dappertutto, ma non a Macherio.

Gli acuti amministratori comunali hanno calcolato che una unica grande asfaltata costa di meno, se non in denaro almeno in attenzioni, di sistemazioni ripetute dei cubetti ribelli. Detto fatto. Tra lo sbigottimento generale, via Italia è tornata all’anonimato, il porfido è sparito, un tratto qualificante del paese squalificato.

È solo questione di gusto? Le nostre sono solo opinioni pretenziose? A rispondere chiamiamo non urbanisti sfiziosi che non fanno i conti con la realtà, non amministratori di città medievali intenti a preservare le loro radici, ma gli amministratori del Comune di Macherio.

Proprio così. Nelle stesse ore in cui via Italia veniva riportata all’ordine, la giunta Porta dava il via libera al nuovo piano di governo del territorio che, al capitolo “Strategie e linee di azione per il centro urbano”, recita testualmente: “A via Roma verrà ridata dignità di centro della mobilità lenta tramite una nuova pavimentazione, in cubetti di porfido... Si potrebbe proseguire la pavimentazione in pietra anche nei tratti di via Milano e via Italia, in modo da congiungersi alle aree di queste vie che sono già state pavimentate in porfido (di fronte alla chiesa parrocchiale e all’edificio delle Poste)”. E ancora: “Le pavimentazioni in porfido sono di grande effetto, personalizzano e caratterizzano i centri storici delle più belle città; hanno una grande capacità decorativa; offrono una buona resistenza meccanica alla compressione e all’usura”.

E, per illustrare proposte così innovative e condivisibili, sono richiamati, con tanto di foto, gli esempi di via Milano (Chiesa) e di via Italia! Cioè, si propongono di imitare quello che, al contrario, hanno appena demolito. Poi dicono che la gente si disamora della politica.

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