TRIUGGIO - REFERENDUM: RACCOLTE 1000 FIRME. IL SINDACO LE DENIGRA


Il 25 e 26 giugno scorso, la cittadinanza di Triuggio è stata chiamata ad esprimere il suo parere dall'intera opposizione (presente in Consiglio Comunale) alla quale si sono uniti comitati e associazioni del territorio.
La consultazione, inutile a dirlo, riguardava l'intero progetto di Villa Don Bosco che il comune, guidato da Paolo Manzoni (Pdl), intende adottare già a Settembre dopo praticamente diversi mesi di preparazione fra Consigli Comunali e VAS.

L'intera operazione prevede l'acquisizione della Villa da parte di privati (imprenditori di Triuggio o della zona) che, in cambio di concessioni edilizie residenziali per un totale di 44.000 mc sul territorio (Triuggio, Tregasio e Canonica), cederà la Villa al comune a titolo gratuito.


Per la cessione della Villa, di elevato valore, fra i 6 e 7 milioni di euro, secondo il piano stabilito, si prevede anche che il Comune non incasserà gli oneri di urbanizzazione (2 milioni circa). Il Comune al momento non ha ancora indicato cosa se ne farà della Villa, dando solo un'indicazione sulla parte di parco che le spetta: verrà unito e integrato al Bosco del Chignolo per lo sviluppo del turismo in Brianza.

Ma torniamo alla consultazione popolare: sono state raccolte presso i 4 gazebo dislocati contemporaneamente sul territorio 1000 firme, che corrisponderebbero circa ad 1/4 dei possibili aventi diritto al voto. Niente male se si pensa che la consultazione non era ufficiale ma voleva verificare un'opinione della popolazione sensibile all'argomento.

Manzoni ha però voluto denigrare il referendum, i referendari e quindi chi si è presentato ai gazebo: "Mi è stato riferito che alcune persone giravano per i bar a raccogliere firme. Dico solo questo: in democrazia la scelte sono libere, non si possono imporre" (ndr, Giornale di Carate). E continua: "Non si può chiedere un'opinione su un tema a partire da premesse false". E l'esito del «referendum»? "Se i presupposti sono questi, non può che essere inattendibile, il progetto va avanti".

I referendari, in particolare, il gruppo "A Triuggio c'è chi dice no", non molla l'osso: "Il nostro Gruppo ha partecipato attivamente per tutte le due giornate alla raccolta firme su tutti i gazebo installati sul territorio. Siamo a garantire a tutta la popolazione che le parole espresse dal sindaco Manzoni sono solo menzogne che servono a sminuire la portata enorme dell’evento. Abbiamo verificato di persona e se servirà testimonieremo che le firme sono state raccolte tutte presso i gazebo con Nome Cognome e numero di un documento valido di identità.
Questa modalità di raccolta è anche garanzia di libertà per le persone. Come si può estorcere la carta di identità ad una persone se questa non vuole firmare? Sfidiamo il Sindaco ad una verifica delle firme. Saremo noi a mettere a disposizione del sindaco un telefono per telefonare alle 1000 persone che hanno firmato per chiedere loro se lo hanno fatto in libertà o sotto imposizione. Ci dia una data e un ora e noi ci saremo!

Pensiamo che questa esternazione del Sindaco sia sintomo di debolezza e mancanza di temi forti da portare a favore della propria posizione; posizione che ormai anche coloro che siedono al suo fianco fanno fatica a condividere. Ormai è chiaro che questo PII è un capriccio del nostro Sindaco e come tale deve essere trattato. Il comportamento di un buon genitore che vuole il bene della sua famiglia, prevede, in questi casi, un comportamento comprensivo però condito da molta risolutezza.
Chiediamo ufficialmente le scuse del Sindaco per quanto affermato in quanto le riteniamo calunniose e totalemnte prive di rispetto verso le persone interessate".

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