AMBIENTE: UNA SFIDA DA COGLIERE, ANCHE A MACHERIO

Ormai il 2011 è avviato e i segnali economici che ci provengono non sono esaltanti. Possiamo dire senza dubbio che siamo al terzo anno di crisi, scatenatasi nel 2009 e arrivata a quest’anno dove le previsioni parlano di una ripresa lenta ed incerta, soprattutto nei settori trainanti dell’economia Italiana.
E’ questo lo scenario dell’economia e crescita del bel Paese ed è in questo sfondo che si collocano due punti fondamentali per gli enti locali: il trasferimento dei fondi dal governo centrale e, vista in prospettiva, il federalismo.

Nel 2011 i tagli imposti da Roma ai comuni saranno pesanti, colpiranno tutti come una mannaia, senza distinzioni di merito. Anche i comuni più virtuosi saranno penalizzati. Macherio sarà penalizzata di 140.000 circa. Dall’altra rimane sempre ben in vista il “patto di stabilità”, meccanismo per cui le amministrazioni pubbliche devono mantenere un equilibrio finanziario che impedisce di impegnare disponibilità pur presenti in cassa.


Ai comuni Italiani non restano che incassare le tasse locali e i cosi detti Oneri di Urbanizzazione, provenienti dalle nuove unità abitative o commerciali/industriali oppure dalla riqualifica di ampie zone sul territorio.

Ma è proprio qui il nodo della situazione: quale dev
 e essere il ruolo dei comuni? Che politica possono fare i singoli comuni, per rendersi sempre più autonomi dal Governo centrale?. Vogliamo una Macherio attiva o passiva?.
Passiva a tagliare tutti i servizi, ad abbassare la qualità di quelli che rimarranno nel nome della crisi, a cementificare selvaggiamente per maggiori introiti senza vincoli di alcun tipo.

Oppure, una Macherio che lanci la sfida?. Agli occhi di tutti, il settore in fortissima espansione è quello ambientale, con le fonti d’energia rinnovabile e con la sostenibilità ambientale. Due filoni che, se valutati correttamente, porterebbero ad ottenere nel corso anche di pochi anni, dal punto di vista energetico, ad un pareggio fra energia utilizzata e prodotta, ad una diminuzione costante d’inquinamento derivato da combustioni per ottenere energia, al cambiamento sociale d’atteggiamento verso l’ambiente.

Per ottenere questo serve una nuova politica ambientale comunale. Gli esempi sono moltissimi, anche vicino a Noi (Carugate, Cinisello Balsamo, Cesano Boscone) di comuni cha hanno redatto nuovi Piani Energetici, nuovi Piani di regolamentazioni edilizia basandosi sulle tecnologia del fotovoltaico, di edilizia bio sostenibile, sistemi di illuminazione ad alto rendimento, ottenendo i migliori risultati orientando i propri obiettivi verso una maggiore integrazione tra gli strumenti a loro disposizione e le problematiche di tipo energetico-ambientale.

Si tratta di una sfida impegnativa che posta in essere oggi, pur a piccoli passi, potrà dare una svolta anche in chiave economica negli anni a venire. Non è, come qualcuno vuole minimizzare, un capriccio degli “ambientalisti”, ma è una richiesta che l’ambiente pone a tutti noi. L’Italia, sollecitata dall’Unione Europea, a reso noto lo sco
 rso giugno, il proprio Piano Nazionale per l’Ambiente ponendo l’obbiettivo del 17% di energia verde.

La stessa Commissione Europea ha lanciato nel 2009 il così detto “Patto dei Sindaci” che impegna ciascun Comune aderente (di ogni grandezza) a predisporre un Piano d’Azione con l’obbiettivo di ridurre di oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliori l’efficienza energetica, che attuino programmi per il risparmio energetico ed riutilizzo dei materiali oltre alla raccolta differenziata.


Nel concreto per i Comuni si traduce con diverse ma mirate azioni tutte rivolte allo stesso scopo: per esempio, il progetto “acquisti verdi” con l’introduzione nei contratti pubblici di acquistare prodotti  realizzati secondo una logica ambientale di costo inferiore.
Oppure la riqualificazione di vecchie aree abitative, e non, secondo nuovi “requisiti energetici”: così facendo si possono adottare degli indici di sostenibilità per ricostruire abitazioni tenendo in considerazione alcuni aspetti prima del tutto ignorati, quali i materiali naturali utilizzati o addirittura riutilizzati, la riciclabilità dei materiali edili, i consumi energetici, l’isolamento acustico e termico con materiali compatibili con l’ambiente, la quantità di energia elettrica termica prodotta da fonti rinnovabili. Tenendo conto di questi indici si possono differenziare gli incentivi concessi applicando un criterio premiante versoi  costruttori, con sconti sugli oneri di urbanizzazione. In compenso, i nuovi abitanti vivranno in case che
 consumano la metà di quello che consuma una casa media costruita con le tecniche tradizionali.
Non di meno valore le campagne sociali per una vera raccolta differenziata o sul riutilizzo di alcuni prodotti o apparecchiature.
L’obbligatorietà (prevista dalla legge) di riqualificare le strutture pubbliche (scuole, palestre, sedi comunali etc…) con impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica o termica, la riqualificazione delle caldaie da alimentazione a gasolio all’utilizzo di metano o GPL etc…

Insomma, la strada ambientale è stata già tracciata. Qual è quella dell’amministrazione Porta?. Quali progetti d’innovazione per migliorare la qualità dell’ambiente, la vivibilità nelle nuove locazioni?.
Lanciamo la sfida.

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