Tutto il Mondo è Paese: LA SPARTIZONE DELLA TORTA (Il peggio del peggio)

Il 23 dicembre 2010, sono stati nominati (70% dei
 posti), dalla Regione Lombardia, i nuovi direttori generali  degli Ospedali e delle ASL (Aziende Sanitarie Locali).
Il tutto è stato preceduto da una nutrita serie di articoli, non solo sulle pagine dei giornali locali, ma anche sui quotidiani nazionali e relativi loro inserti regionali. Al di là dell'intuibile importanza della salute, cosa significa (?), di che parliamo (?) e cosa sta dietro (?) questa notizia.


Cosa significa.
In Lombardia per la sanità si spendono 16 miliardi pubblici e 6 privati: in totale oltre 22 miliardi. Una cifra enorme, su cui pasteggiano lautamente gli amici e gli amici degli amici dei direttori, come, senza nessuna paura di denunce per diffamazione, illustrano i giornali.

Di che parliamo.
I nuovi vertici a capo di ospedali e ASL sono i
 n numero di 24 in quota al PdL, 19 alla Lega, 1 all'UdC, 1 al PD. Li ha nominati la Giunta Regionale Lombarda su proposta del governatore Formigoni, d'accordo con l'assessore alla Sanità Luciano Bresciani e quello alla Famiglia Giulio Boscagli. La Lega passa da 11posti a 19. Dei 24 posti del PdL: 5 sono in quota Comunione e Liberazione, 4 agli ex di AN (che vedono diminuire la loro presenza a causa della defezione in PdL dei Finiani), gli altri 15 al PdL.
Vale la pena accennare, oltre alla quantità, ad alcuni aspetti qualitativi. La Lega prevale nelle provincie, dove mantiene gran parte delle direzioni delle ASL e degli Ospedali, oltre a gli ospedali milanesi: San Paolo e ICP.
All'ASL di Milano 1 spicca la nomina di Pietrogino Pezzano (PdL, ex ASL di Monza), a suo tempo, fotografato in compagnia di boss mafiosi. Spicca per opportunità, stante i prossimi impegni delle tre ASL milanesi relativi ai controlli sui lavori dell'Expo.

Gli uomini del PdL controllano 4 centri di formazione (Ospedale-Università) su 5, due dei quali, il Sacco ed il San Gerardo di Monza, sono diretti da uomini di CL. E' curioso notare  (ed è lecito nutrire dubbi in proposito) che questi due ospedali saranno due ospedali-chiave, nei prossimi anni, per l'avvio di importanti investimenti edilizi.
“CL è un movimento ecclesiale il cui scopo è l'educazione cristiana matura dei propri aderenti e la collaborazione alla missione della Chiesa in tutti gli ambiti della società contemporanea.” (dal sito ufficiale di CL)
Mi viene da dire, non per segnare supponente distanza, ma per quei tanti ragazzi e giovani di CL, a cui mi lega simpatia e contiguità di fede: “ma cosa c'entra un movimento ecclesiale con questa immonda spartizione? e che immagine di missione della Chiesa c'è in questo mercimonio sulla salute dei cittadini?” Ed anche: “è più importante essere una voce originale nel composito coro della realtà della Chiesa o continuare  a costruire un movimento para-partitico sulla presunzione di essere detentori della verità, sentendosi legittimati, così, ad attuare le più disinvolte piroette di potere clientelare?

Cosa ci sta dietro
Le dichiarazioni, a nomine avvenute, sono state improntate ad entusiastico accordo.
«Siamo soddisfatti -dice Formigoni-. La scelta è avvenuta secondo un criterio di meritocrazia. Poi, come prevede la legge, i direttori generali sono legati anche da un rapporto fiduciario perché devono tradurre in fatti le indicazioni che la Regione dà con il Piano socio-sanitario e gli altri documenti di programmazione.» Esulta Bresciani: «E' la prima volta che viene applicato un vero federalismo sanitario.» (Corriere della Sera del 24.12.2010)
Le premesse hanno avuto però toni molto diversi.

(Corriere della Sera del 23.12.2010)
 «Lo scontro sui manager della Sanità è durato fino a notte fonda. E sarà il governatore Roberto Formigoni a dovere trovare le argomentazioni giuste per mettere tutti d'accordo dopo giorni di negoziazioni incessanti.[...] Più che mai le trattative di quest'anno sono caratterizzate da faide interne ai singoli partiti: PdL contro Cl, gli uomini dell'ex An pronti a difendere le loro poltrone all'interno stesso del PdL, la Lega impegnata in una prova di forza tra l'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, e i lumbard che fanno riferimento al segretario federale Giancarlo Giorgetti. [...] È data per certa l'uscita di scena per raggiunti limiti di età di […] Giuseppe Spata (San Gerardo, direttore difeso a spada tratta dal sindaco di Monza, Marco Mariani, e dal presidente della Provincia, Dario Allevi).»
Alla faccia dei malati e della salute dei cittadini,
 questo clima da spartizione selvaggia, giustificata in nome del federalismo e dei voti, fa apparire come innocenti bagatelle i vecchi metodi clientelari e spartitori di democristiani e socialisti, la cui denuncia roboante, in passato, ha fatto la fortuna politica della Lega.
Oggi, la stessa Lega non li disprezza, anzi, ha trovato modo di imparare in fretta a sedersi a spartire questa marea di affari e soldi che è la Sanità lombarda. Lo testimonia chi è stato un attore diretto della politica regionale:« [...]è proprio il meccanismo della sanità lombarda a essere distorto. È un sistema che spinge a moltiplicare gli interventi”. A sostenerlo è l’ex assessore Alessandro Cè, oggi consigliere regionale giunto alla fine del mandato. [...]“Torno a fare il medico. Sa, io ci credevo nella Lega. E ho sempre fatto nelle istituzioni quello che dicevamo nelle piazze. [...] Dal 2005 faccio [...] Mi chiamano Roberto Calderoli, Roberto Maroni, Umberto Bossi: ‘Cambia assessorato, vai al Territorio, non riusciamo più a coprirti. Io rispondo: “Non ci penso nemmeno. Io preparo una riforma del sistema. Resisto fino alla primavera del 2007. Allora mi oppongo a un tentativo di privatizzare il 118, il sistema regionale di pronto soccorso. È la goccia che fa traboccare il vaso. Capisco che la Lega non mi sostiene più. Il 17 marzo do le d imissioni”. Lo sostituisce il medico personale di Bossi: Luciano Bresciani» (Il fatto quotidiano 5.05.2010)
 l’assessore alla Sanità. Sono medico, qualcosa capisco. Sapevo che avrei trovato le mani dei partiti sugli ospedali, ma così non me l’aspettavo: controllano tutto, si spartiscono tutto. E Comunione e liberazione la fa da padrona. Sollevo subito il problema, contando sull’appoggio del mio partito. Accuso direttamente Formigoni di controllare militarmente tutta la sanità lombarda. E lui mi toglie le deleghe.
Si ha la netta sensazione che, indipendentemente della parte che ci è più vicina e si ritiene più idonea a governare, occorra, da parte di ogni cittadino, una responsabile azione di controllo e di critica costruttiva (anche verso la propria parte), pena un continuo peggioramento delle condizioni di comune convivenza. Si assiste per contro spesso, troppo spesso, ad una acritica ricerca di giustificazioni, addotte per lo più da sterili raffronti con chi la pensa diversamente, a cui si imputa sostanzialmente un uguale, se non peggiore, comportamento. Ciò non favorisce certo la costante crescita di quella personale coscienza di responsabilità civica, indispensabile per attuare valori umani significativi, pur con gli inevitabili limiti ed errori di ogni nostro agire. Inoltre, si ha netta la sensazione che manchi sempre più a troppi esponenti di partito o di movimenti, quella necessaria onestà intellettuale e materiale, per giudicare, combattere e superare le distorsioni dei vari sistemi di gestione della cosa pubblica.

La questione riguarda anche la realtà di Macherio.
Al di là della volontà di cambiare, della conseguente legittimità del voto e dell'onore ed onere di amministrare affidato ad una nuova compagine dalla maggioranza dei cittadini macheriesi, emergono inaccettabili comportamenti, mutuati dall'andazzo generale della politica nazionale. La giunta Porta dà infatti, quotidianamente, prova di ciò nella manipolazione dell'informazione, in una carenza di capacità ideale e gestionale che si traduce in un'assenza di sostanziale interesse del bene pubblico comune, in una preoccupante propensione verso l'affarismo, e, non ultimo, in una pesante dipendenza dai partiti, con conseguente intromissione degli stessi nella vita amministrativa di Macherio.
Anche la recente
 “penosa” vicenda delle dimissioni dell'assessore Velutti, testimonia emblematicamente dell'incapacità di dialogo e confronto fra i diversi soggetti componenti la maggioranza stessa. La vicenda, che è penosa per stile (presente lo stesso Velutti, assolutamente silenzioso, sono state comunicate in Consiglio Comunale le sue dimissioni dal capogruppo PdL Lento), lo è soprattutto per i contenuti. Vale solo ricordare, infatti, che il dissenso in giunta iniziò dai preliminari della faccenda, ad oggi lungi dall'essere giunta a conclusione, della riqualificazione dell'ex area del catenificio Fossati, in via Laghetto.
Per essere umani ed attenti alla ricerca dei valori più qualificanti la nostra dimensione umana, anche per i macheriesi, come per tutti, vi è l'obbligo di esercitare, oltre a quella privata, una responsabilità pubblica, portandone anche il peso, che non è liquidabile chiudendo l'uscio della propria porta di casa.

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