RIFIUTI ZERO: SI PUO' FARE

Tutto cominciò nel 1997 da un paese nella provincia di Lucca: Capannori. L'idea, o per meglio dire, il colpo di genio, riguarda la gestione e il trattamento dei rifiuti con l'obbiettivo finale di ottenere una ciclo complessivo a "Rifiuti zero". A Capannori già nel 2008 si ottenne il 60% di raccolta differenziata e per il 2011 il 75%, combinando questi obiettivi con un impegno costante mirato alla riduzione della produzione dei rifiuti. Entro il 2020 l'obbiettivo è "Rifiuti zero".Ciò che prima veniva considerato come il termine naturale della produzione industriale da "far sparire", seppellire, bruciare, demolire in discariche o inceneritori (volatilizzando in aria i rifiuti), ora la sfida è riuscire a ribaltare la concezione del rifiuto stesso portandolo ad essere una  "potenziale risorsa" superando la nostra normale idea che i rifiuti sono un naturale sbocco della vita dei prodotti, assicurando delle pratiche sostenibili con le materie prime all’inizio del processo produttivo.



Le comunità che si trovano ad affrontare materiali di scarto e oggetti che non possono riusare,
riciclare o compostare devono pretendere che l’industria cessi di produrle. Il riciclaggio totale non è attuabile senza l’aiuto dell’industria.
Così Rifiuti Zero collega “la responsabilità delle comunità” alla “responsabilità delle industrie” affiancando a pratiche delle comunità (quali il riuso, la riparazione, il riciclaggio, la rimozione di sostanze tossiche e il compostaggio) le pratiche industriali quali l’eliminazione delle sostanze tossiche, la riprogettazione di imballaggi e di prodotti per le richieste più importanti del ventunesimo secolo: la necessità di sviluppare comunità sostenibili e industrie sostenibili.
Rifiuti Zero si ispira invece al modello che si è dimostrato più efficiente ed è stato applicato con successo per milioni di anni, la Natura: la natura non produce rifiuti, i rifiuti sono un’invenzione umana. Il nostro sistema economico e sociale deve scoprire e modificare il proprio DNA sulla base dell'equazione “rifiuti=risorse”.

Il primo passo con cui una comunità può cominciare la strada verso “Rifiuti Zero” consiste nella la separazione alla fonte dei rifiuti, poiché i rifiuti si creano mescolando i prodotti. È perciò importante organizzare dei sistemi di raccolta che permettano la separazione dei materiali, con un numero variabile di contenitori per dividere le varie tipologie di rifiuti.

Bisogna separare le cose che si possono riutilizzare. Le cose riutilizzabili sono solo una piccola frazione dei rifiuti ma quella di maggior valore;  di conseguenza, le cose che si possono riciclare, permettono una riduzione dell’uso di risorse vergini, rimettendo in circolo materiali già utilizzati. È importante che i materiali riciclati siano separati da altri materiali che potrebbero “contaminarli”, in modo da permetterne la riutilizzazione da parte delle industrie che si occupano professionalmente di riciclaggio.

Ad oggi solo il 25% circa dei rifiuti viene avviato a riciclaggio o compostato. Riciclare i rifiuti è un approccio che permette di diminuire i costi di gestione e creare maggiori posti di lavoro. Ovunque è possibile avviare sistemi di raccolta “Porta  a porta” che permettono di raggiungere elevate percentuali di differenziazione, anche superiori all’80%.

Nel comune di Capannori, grazie alla raccolta domiciliare, alla professionalità dell’azienda di gestione rifiuti e alla grande collaborazione della cittadinanza, si superano quote di raccolta differenziata anche superiori all’80%, con una riduzione complessiva dei costi, creazione di posti di lavoro, riduzione delle tariffe alla cittadinanza ed una riduzione annua della produzione complessiva dei rifiuti.

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