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UN SAGRATO " ETICO"

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Ricorrenza chiama ricorrenza. E, per combinazione, Chiesetta chiama Chiesa. Se il restauro dell’Oratorio di San Cassiano risale a quarant’anni fa, a venticinque risale la consacrazione della Parrocchiale, con l’inaugurazione della nuova relativa piazza. Era il 24 settembre del 2000 quando l’Arcivescovo di Milano Cardinale Carlo Maria Martini venne a Macherio. La circostanza era solenne: la pur antica  Chiesa del nostro paese non era ancora stata consacrata. L’appuntamento era troppo importante per mancare un’altra iniziativa a coronamento della giornata. Da qualche mese l’amministrazione comunale si era impegnata a dare dignità a quello che si continuava a chiamare sagrato, ma in realtà era solo un brutto e disordinato parcheggio. Preparato il progetto, lo si espose proprio in Chiesa, in attesa di osservazioni e proposte migliorative da parte di chiunque e, in particolare, della comunità ecclesiale. Adesso tutti danno per scontata la scelta, che invece conteneva un sagr...

I PANNI

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Ci sono i mediocri e i superbi (spesso si tratta delle stesse persone) a voler distinguere tra fragilità “subite” da “incolpevoli” e fragilità “volute” da “colpevoli”. Da una parte i down, gli autistici, gli incidentati (purché non sia loro la responsabilità dell’incidente), quelli che faticano a scuola (purché ce la mettano tutta, sia chiaro); insomma le vittime innocenti, e casuali, di una sorte avversa. Dall’altra i dipendenti da droghe, alcool, vizio del gioco, gli affetti/e da anoressia e bulimia; insomma gente che non può dar la colpa al destino, al padreterno, alla famiglia: se ci prova, siamo pronti a ribattere, tutti noi che non apparteniamo né alla categoria degli sfigati né a quella di “chi se l’è cercata”, che è un falso e alibi: comodo buttare la colpa sugli altri. A Macherio abbiamo (non per sorte né per sorteggio, ma perché l’abbiamo fermamente voluto) due strutture che si occupano dei primi e dei secondi: il CDD  (centro diurno per disabili) e il CPF (ce...

DOMANDE SEMPLICI, SEMPLICI RISPOSTE

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Spett. Redazione, anche se il vostro giornale si è già occupato della Pedemontana, ci pare doveroso ritornare sul tema, adesso  che sono iniziati i lavori preparatori,  che destano più di una perplessità.  Cimitero e Scuola di Bareggia sfiorati dal percorso, alberi tagliati senza pietà (ed esprimere soddisfazione per aver risparmiato due pini marini è tragicomico), territorio compromesso, qualità della vita messa in discussione. Speriamo che tutte queste cose negative siano compensate da vantaggi futuri, che per ora ci sfuggono. Grazie per l’attenzione un gruppo di cittadini ---------------------------- “Temo i Greci anche quando portano doni”. Ma il povero Laocoonte non venne ascoltato e gli ingenui Troiani accettarono quel bel regalo del cavallo di  legno, che segnerà la loro fine. Oggi i doni hanno diversi nomi e uno ricorrente nella nostra zona è “compensazioni ambientali”. Due semplici paroline. Se si compensa, vuol dire che prima c’è stato un danno....

25 ANNI UTENTI NON SI CONTANO

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A Macherio mancava una palestra vera e propria. Si era cercato di supplire alla bell’e meglio (correva l’anno 1984) con una struttura tensostatica (il “pallone”), ma la richiesta di uno spazio adeguato per i ragazzi delle scuole e delle società sportive richiedeva tutt’altra risposta. Che arriva nel 1999. L’amministrazione Verga (Progetto Macherio) chiama i rappresentanti delle associazioni a far parte di una commissione che elabori una sua proposta. Dopo di che, lo stesso  sindaco e due assessori si recano  in una località dell’Alto Adige a visitare una struttura all’avanguardia. L’architetto Corbetta prende nota e prepara un progetto preliminare che raccoglie l’adesione unanime degli interessati. Un  progetto gratuito, s’intende, essendo Corbetta assessore oltre che architetto. Il progetto esecutivo viene assegnato allo studio Fumagalli/Besana, a seguito di un apposito bando pubblico. La gara per l’esecuzione dell’opera è vinta, tra ventisette partecipanti d...

SEMPRE PIÙ STRA.

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È l’evento in effetti più stra all’interno della nostra comunità. Diciamo nostra in quanto, al di là delle bizzarrie della storia che si è divertita a tagliare in due una frazione, Bareggia è anche Macherio. Tanto più che il taglio conta solo sul piano formale dell’appartenenza amministrativa. Di fatto non c’è più nessuno che sta a rimarcare differenze tra i Bareggesi del nord (Macherio) da  quelli del sud (Lissone).  Sviluppatasi soprattutto negli ultimi decenni, ma in modo armonioso e coerente, senza la fregola della cementificazione anonima (vedi, ad esempio, l’equilibrio tra costruzioni e verde di via Graziella Fumagalli), Bareggia ha conservato, e migliorato, alcune caratteristiche proprie: si pensi all’amore per la musica, di antica tradizione e moderna esecuzione. E si pensi, per l’appunto, alla vera e propria invenzione della Strabareggia, giunta quest’anno alla trentaduesima edizione. Solo in un paio di occasioni la  si dovette cancellare ...